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[Chiacchiere e Distintivo] L’impresa edile che scegli è certificata? Ma soprattutto la certificazione serve davvero o è solo il classico inutile pezzo di carta?

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Se lavori nell’edilizia o nel movimento terra, sai bene qual è il peso della burocrazia in Italia.

Negli anni, hai probabilmente sviluppato anche tu dei particolari anticorpi che ti permettono di convivere con i quintali di autorizzazioni, documenti, certificazioni che servono per poter fare edilizia in Italia.

Hai dovuto per forza di cose imparare a procurarti, compilare, inviare e ricevere quelle che nel nostro settore vengono definite generalmente come “carte”.

Diciamoci la verità: nessuno ama le carte.

E nessuno le ama perché – nella stragrande maggioranza dei casi – si tratta di documenti obsoleti, complicati e ridondanti, che sembrano essere stati concepiti appositamente per giustificare l’esistenza della macchina pubblica del nostro Paese.

Tuttavia, c’è un caso (uno dei pochi) in cui le carte non sono solo burocrazia inutile. Al contrario, in questo caso, le carte possono fare la differenza tra un lavoro fatto in sicurezza ed un lavoro che può mettere in pericolo persone e cose.

Questo caso è relativo alle certificazioni professionali, che tracciano una linea di demarcazione tra gli operai specializzati e i “praticoni”.

Oltre a garantire che i lavori vengano effettuati “in regola” con le normative vigenti, le certificazioni professionali permettono ai geometri ed ai progettisti di avere un metro di misura obiettivo per valutare i propri fornitori.

Un esempio? I nostri operatori sono in possesso di queste certificazioni:

  • Lavoratori addetti all’uso di attrezzature di lavoro in quota (funi).
  • Patentino per perforatore piccolo diametro.
  • Abilitazione alla conduzione di carrelli industriali semoventi, carrelli semoventi a braccio telescopico e carrelli/sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi.
  • Corso escavatori idraulici, caricatori frontali, terne.
  • Attestato per lavori con rischi specifici / ambienti sospetti di inquinamento o confinati.

Nei prossimi articoli ti parleremo nel dettaglio di ognuna di queste certificazioni, e di perché fanno la differenza. In particolare dal punto di vista legale, il responsabile del cantiere deve autorizzare solo imprese in possesso delle certificazioni adatte a svolgere i lavori commissionati, pena la chiusura del cantiere oltre a grosse grane legali.

Se l’impresa non ha le certificazioni e succede qualcosa di spiacevole, il responsabile del cantiere rischia il carcere né più né meno.

Oltre a questo ovviamente, l’investimento costante e continuo in certificazioni è una testimonianza attendibile della volontà di un’impresa edile di lavorare sempre allo stato dell’arte, con operatori aggiornati e motivati a fare un lavoro impeccabile.

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